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Il privilegio sociale spiegato semplice

Quelle domande che non sapevi di doverti fare


Immagina di entrare in una stanza buia. Alcune persone hanno una torcia, altre no. Chi ha la torcia può vedere dove va, evitare ostacoli e muoversi con sicurezza. Chi non ha la torcia, invece, deve muoversi lentamente, tastando il terreno, rischiando di inciampare o sbattere contro qualcosa.

Questo è un modo semplice per spiegare il privilegio: siamo tuttu nella stessa stanza ma non tuttu partono dallo stesso punto, e alcunu hanno strumenti che altru non hanno.


Cos'è il Privilegio?


Privilegio è quell’insieme di norme e condizioni sociali che permettono ad alcuni individui di avere meno ostacoli nelle attività di tutti i giorni rispetto ad altri. Esiste il privilegio maschile, ne è un esempio per un uomo il non doversi aspettar domande come “vuole dei figli?” o “come pensa di gestire carriera e famiglia?” ad un colloquio di lavoro. Esite il privilegio etero: una persona etero non si preoccupa di usare pronomi neutrali o di non mostrare foto del/della partner per paura di essere discriminata; come non si aspetta di essere insultata per strada solo perché tiene per mano il/la compagno/a. Esiste il privilegio bianco, un esempio è il fatto che una persona bianca non si aspetta che gli vengano poste domande come “di dove sei veramente?”  oppure di fare dei controlli extra all’aeroporto “per sicurezza” o che venga messo in dubbio che possa viaggiare nella prima classe di un treno. La lista potrebbe proseguire, ma il concetto è chiaro.

Torniamo quindi all’esempio della stanza buia, in questo caso ha un privilegio chi possiede la torcia: non significa che chi ha la torcia non abbia problemi, ma questa è uno strumento in più per affrontarli.


Chi ha uno o più privilegi?


Nella nostra società molte sono le persone che possono godere di uno o più privilegi rispetto ad altre, ne abbiamo visto alcuni esempi nel precedente paragrafo. Quello però che accomuna queste persone è che a “dare” loro questo vantaggio non è stato un merito (o una colpa), ma bensì è stato il sistema di regole all’interno della quale sono immerse a metterle in una condizione di partenza diversa.

Nella metafora il privilegio dato dal sistema è la luce della torcia che, distribuita in modo limitato e non uniforme, ha portato alla condizione per cui alcune persone possono vedere attorno a loro più nitidamente di altre. Tuttavia, non abbiamo informazioni sul criterio, e quindi sulle regole, con le quali sono state distribuite le torce: in modo aleatorio? Alle prime cinque persone? A coloro che hanno un nome che inizia per G? Questa informazione però passa in secondo piano quando si comprende che il possedere la luce della torcia, così come succede per il privilegio, non è né un merito né una colpa della persona, ma una condizione di partenza diversa, condizione però che può diventare una responsabilità.


Perché è importante riconoscere di avere un privilegio?


Riconoscere di avere un privilegio è il primo passo. Quando siamo consapevoli di avere un vantaggio, comprendiamo di contro che altre persone nella stessa situazione possono trovarsi davanti ad una sfida che a noi non è richiesta. Questa consapevolezza ci rende più empatici e in grado di capire che il sistema di regole in cui siamo immersi può impattare diversamente sulla vita di una persona piuttosto che di un’altra. Tale consapevolezza può poi farsi responsabilità, grazie alla quale, una volta riconosciuto la nostra posizione sociale privilegiata, possiamo farcene carico e utilizzarla per promuovere cambiamenti positivi per tuttu.

Tra le persone all’interno nella stanza buia c’è chi può vedere di più e chi può vedere di meno, c’è chi quindi avrà meno ostacoli nel proseguire e chi ne avrà di più. A questo punto sta nella responsabilità della persona decidere cosa fare con la propria luce: tenerla per sé e camminare tranquillamente nella stanza ignorando lu altru oppure condividere la luce e aiutare chi non vede così che tuttu possano procedere all’interno della stanza in sicurezza. Oppure ancora, si possono mettere insieme tutte le torce e creare una grande luce centrale che permetta a tutti di vedere la stanza allo stesso modo.


Ma allora perché è difficile riconoscere di avere un privilegio?


Riconoscere di avere un privilegio però non è per nulla semplice, questo infatti fa parte integrante della nostra normalità quotidiana. Il privilegio è invisibile a chi ne beneficia perché non viene messo alla prova nelle stesse situazioni in cui altru incontrano ostacoli. In più la società tende a normalizzare certi vantaggi, facendo pensare che siano il risultato del nostro impegno piuttosto che di circostanze favorevoli.  

Per capire questo dobbiamo aggiungere alla nostra metafora della stanza un dettaglio: immaginate che la stanza sia enorme, ogni persona vede solo sé stessa, poco attorno e delle luci sparse qua e là. Chi non ha la torcia vedrà che alcuni punti sono illuminati, ma le persone che invece la torcia la hanno penseranno che anche tuttu lu altru avranno della luce: loro l’hanno ricevuta subito e nella stanza vedono altre luci. Se non sanno che ad alcunu non è stata distribuita una torcia, penseranno che averla sia la normalità. Si muoveranno verso le altre luci, e confermeranno la loro ipotesi che tutti hanno una luce per vedere attorno. La loro percezione può però cambiare in due modi: incontrano una persona che la torcia non la ha oppure scoprono che la luce è stata distribuita solo ad alcune persone e ad altre no.


Fuori dalla metafora


Per il momento la nostra metafora della stanza buia termina qui, come semplificazione di un contesto molto più stratificato e complesso, che non tiene conto di molti aspetti, come ad esempio il fatto che non per tutti è facile scindere i concetti di privilegio, merito ed impegno. Ma questi arriveranno degli articoli dedicati.

La metafora è però un modo semplice e utile per identificare alcuni concetti chiave attorno al privilegio e alla sua decostruzione:

·       Il privilegio non è un merito né una colpa, ma un risultato delle regole del sistema,

·       Spesso è invisibile a chi lo possiede,

·    Riconoscerne il valore personale e sociale è il primo passo per cambiare la nostra prospettiva e quella delle persone che ci circondano.

E voi avete mai provato a raccontare il privilegio con una metafora? Che metafora avete utilizzato?

 
 
 

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